Il Laboratorio Ortopedico Flaminio, ortopedia sanitaria sul mercato da oltre trenta anni come produce e lavora un plantare ortopedico? Di plantari ortopedici ne potete trovare tanti in circolazione, chi ve li consegna all’istante, all’occhio di una persona che non ne conosce l’importanza, la complessità della loro realizzazione possono apparire tutti “ben fatti” ma non è così. Il plantare ortopedico è un presidio ortesico, realizzato su misura a partire da una prescrizione specialistica. Chi lavora alla realizzazione del plantare ortopedico? La figura professionale del tecnico ortopedico, divenuto tale dopo una laurea universitaria in “TECNICHE E SCIENZE ORTOPEDICHE”. Prima di realizzare tale presidio si effettua un esame baropodometrico, ovvero un esame compiuterizzato del passo e della postura. Il paziente verrà posto su di una pedana (appunto pedana baropodometrica), analizzato sia da fermo (in fase statica), sia durante il passo (in fase dinamica). Questa pedana computerizzata rileverà gli appoggi, gli scarichi del paziente sia da fermo che in movimento, analizzando i punti dove il suo piede e, quindi l’intero corpo scarica in maniera scorretta. Con precrizione specialistica di un medico ortopedico alla mano più la rilevazione baropodometrica andrà ad identificare entrambe le schede per la realizzazione corretta del presidio. Verranno così prese le impronte su schiuma fenolica e il tutto verrà lavorato in officina tramite appositi macchinari, verrà colato il gesso e verrà realizzato il plantare per far si che il paziente abbia un presidio idoneo per andare a compensare lì dove possa sentire dolore, possa avere un dislivello del bacino ad esempio, o una spina calcaneare, o alluce valgo e duroni vari e, nei casi più estremi, un piede diabetico che richiede necessari materiali e cure idonee igieniche ogni giorno con apposite calzature. Una volta prese le misure, lavorato il calco si passa alla realizzazione del plantare. All’interno del presidio verrà applicata una piccola lama e il plantare non verrà subito foderato, verrà inserito all’interno della calzatura dell’assistito. La scelta della calzatura deve essere accurata, con una pianta larga, per le donne con un tacco non superiore ai tre quattro cm, che abbiano al loro interno una soletta estraibile di modo che si possa inserire il su misura (le scarpe da ginnastica anche vanno bene). In ambito ortopedico/sanitario si possono acquistare queste calzature predisposte regolabili con gli strappi in velcro, adattabili a tutti i tipi di piede anche i più complessi, per citare alcune marche: Fratelli Tomasi, Ecosanit, Itersan, Linea Oasi… Una volta “provato” il plantare si valuta come aderisce sia al piede che alla calzatura, se c’è da fare qualche modifica la si fa all’istante con i macchinari in officina (ad es. rifilare un pò di materiale nella volta) e si consegna il plantare al cliente che ci camminerà per una settimana, all’inizio con una gradualità prima due ore, poi tre ore e via dicendo fino a portarlo con continuità. Non scordiamoci che all’inizio si può provare una certa sensazione, come uno spessore all’interno delle calzature al quale non siamo abituati poichè è sempre un corpo estraneo che poi deve diventare un tutt’uno con il nostro corpo e le nostre calzature, come se non lo portassimo. Dopo una settimana il paziente tornerà al controllo, si valuterà l’andamento del suo passo, anche sulla lamina che era stata inserita al suo interno, si farà, qualora necessario, qualche altro aggiustamento e si fodererà. I materiali devono essere anallergici ed idonei. Si tornerà al controllo dopo 20 giorni e dopo un mese, fino a dare un prodotto finito, sicuro, su misura, con gli scarichi giusti in tutte le sue parti. Ovvio che in un adulto le ossa sono arrivate a maturazione, quindi non si può correggere una deformazione, come ad esempio un dislivello del bacino, ma si può compensare andando a non sentire più dolore lì dove lo si avverte. In un bambino in fase di crescita è diverso, le ossa si devono formare, quindi è possibile correggere. Il Sistema Sanitario Nazionale passa tale presidio ortesico fino al diciottesimo anno di età o, dopo, qualora si abbia una invalidità riconoscita. La pratica con il Sistema Sanitario Nazionale è la medesima, l’unica differenza è che verranno firmati dei fogli sulla qualità del prodotto che deve passare un collaudo finale dal medico prescrittore. Il tutto verrà conservato per andarlo a rivisionare l’anno successivo, vedere gli sviluppi che ci sono stati e come procedere per seguire l’assistito sia nella sua fase di crescita che un adulto. Il Sistema Sanitario Nazionale li passa ogni anno. Il plantare come un paio di scarpe se portato tutti i giorni è soggetto a logorazione. Il Laboratorio Ortopedico Flaminio grazie alla sua esperienza e alla sua alta qualità dei materiali lo garantisce per circa una anno e mezzo.
APPROFONDIMENTI UTILI:
Come viene realizzato un plantare in seguito alla visione di una prescrizione specialistica.